Vergina, 8 novembre 1977
45 anni fa l’ archeologo greco Manolis Andronikos si cala con una torcia elettrica da un’ apertura di 34 cm per poco più di mezzo metro aperta nel soffitto, in un talamo individuato durante lo scavo di un grande tumulo. La luce della torcia illumina sul pavimento una rara collezione di oggetti in oro ed argento e, molto vicino al muro, un sarcofago in pietra
“Avevo trovato la prima tomba macedone intonsa. In quel momento non mi interessava altro. Sicuramente, pensai, dentro il sarcofago ci deve essere una bella sorpresa. L’unica difficoltà che incontrammo fu nel trattenere l’emozione e continuare a lavorare dopo aver sollevato il coperchio e aver visto chiaramente il contenuto, dal momento che nostri occhi erano offuscati da ciò che vedevamo ed il battito cardiaco era accelerato dall’emozione. All’interno del sarcofago c’era un’ urna tutta d’oro. Sul coperchio un’imponente stella sbalzata a sedici raggi, e al centro una rosetta. […]
Per un momento mi sono sentito davvero felice per l’eccitante sogno che stavo facendo ad occhi aperti. Posso ricordare chiaramente la reazione che ho avuto mentre mi dicevo: “Se il sospetto che hai, che la tomba appartenga a Filippo, è vero (e l’ urna d’oro rafforzava questo sospetto), hai tenuto nelle tue mani l’urna con le sue ossa. Un tale pensiero è incredibile e terribile, sembra completamente irreale […]”
Manolis Andronikos
Cronache di Vergina
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