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4 giorni 3 notti
Tour specifico
15 persone
italiano
UN VIAGGIO TRA SALONICCO E BITOLA E LUNGO BUONA PARTE DI QUELLO CHE FU IL FRONTE MACEDONE, PER RICORDARE CHI EBBE LA SFORTUNA DI CADERE PER L’ITALIA SU UN FRONTE DIMENTICATO
“…perché nessuno si occupa della nostra vita in Macedonia? Perché nessuno parla di quanto fa l’esercito italiano nell’oriente balcanico? Qualche telegramma da Parigi appare ogni tanto sui giornali per dire al nostro paese che anche qua giù il fante sopporta disagi infiniti e combatte senza posa…”
Capitano Mario Apicella
A distanza di più di cent’anni, ripercorriamo le tracce della 35ª Divisione, di quei 44.000 soldati delle brigate di fanteria Sicilia, Cagliari e Ivrea, del 2° Reggimento di artiglieria da montagna, del 1° Squadrone di cavalleria Lucca dei diversi reparti del genio zappatori e pontieri, della sanità, delle trasmissioni e della sussistenza, dei piloti delle squadriglie di biplani da ricognizione e bombardamento che furono inviati dall’ Italia ad appoggiare gli alleati dell’ Intesa contro bulgari e tedeschi sul Fronte di Macedone nel luglio del 1916. Sbarcati a Salonicco, dopo un lungo periodo di attesa i nostri soldati entrarono in azione nell’ ottobre del 1916 e a fine novembre fecero il loro ingresso a Monastir (Bitola), liberata al fianco degli alleati. Rimasti trincerati in attesa della primavera, nel febbraio del 1917 vennero attaccati dai bulgari sul dorsale dominato da Quota 1050 e furono costretti a ritirarsi. Migliorate le condizioni ambientali, la Brigata Ivrea ai primi di maggio 1917 attaccò con forza il nemico asserragliato alla Quota 1050; a fronte di iniziali successi seguì una reazione della artiglieria avversaria tale da far arretrare gli italiani alle linee di partenza. Solo tra l’8 ed il 9 maggio, a Quota 1050 gli italiani perderanno, tra morti e feriti, più di 3000 uomini. È la più sanguinosa battaglia nella quale sarà coinvolto il corpo di spedizione italiano in Macedonia. Finalmente, ai primi di ottobre 1918, sul fronte macedone il nemico depose le armi; tuttavia, per la 35° divisione la guerra non finì: accordi tra gli alleati diedero agli italiani l’impegno di mantenere l’ordine pubblico nelle principali città della Bulgaria. I soldati si distinsero anche per l’umanità con cui intrattennero i rapporti con la popolazione, aiutando le famiglie bulgare più povere con la distribuzione di viveri di prima necessità. La 35ª Divisione rientrò in Italia a luglio del 1919, lasciando al cimitero Zeitenlik di Salonicco, proprio lì dove era rimasta accampata durante l’estate del 1916, 3040 croci bianche.
Arrivo all’ aeroporto di Salonicco ed incontro con il nostro autista ed accompagnatore. Partenza per i confini tra Grecia e Repubblica della Macedonia del Nord. Prima di passare i confini visitiamo, sulle rive del Lago Doiran, il Memoriale costruito a ricordo dei 10.282 soldati e 418 uffuciali della British Salonika Force che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale tra Macedonia e Serbia ed i 1.979 dispersi o la cui tomba non è nota, il cui nome però compare sui pannelli di marmo di questo monumento. Visitiamo poi il cimitero di guerra britannico (1338 sepolutre di cui 449 senza nome, dei caduti della 22ª ° e 26ª divisione britannica durante le battaglie del Lago Doiran del 1917 e 1918, 45 sepoluture di soldati greci ed una sepoltura francese) e quello greco, dove sono sepolti 102 ufficiali e soldati greci caduti durante la battaglia battaglia del settembre 1918. Ripartiamo e raggiungiamo, dopo circa mezz’ ora, il Memoriale Interalleato di Polykastro, che celebra i caduti italiani, greci, serbi, francesi ed inglesi sul Fronte Macedone, aperto il 21 ottobre 1915 dagli alleati in aiuto della Serbia e che per 2 anni, 11 mesi, una settimana e due giorni vide impegnati le forze dell’ Intesa contro bulgari e tedeschi. Trasferimento a Bitola (MK), che raggiungiamo in serata. Sistemazione in hotel e cena in ristorante tradizionale. Occupata dai bulgari nel novembre del 1915, Monastir-Bitola venne liberata nel 1916 dagli alleati e divisa in 4 settori controllati da francesi, italiani, serbi e russi. Fino alla fine del conflitto Bitola rimase una città di prima linea e venne bombardata quotidianamente fino a rimanere quasi del tutto distrutta. Ricostruita alla fine della guerra, il centro storico della città mantiene il fascino in sile liberty di allora. Pernottamento in hotel.
Colazione in hotel e partenza per un tour in jeep safari.
Durante l'offensiva degli eserciti alleati nell'autunno del 1916, dopo la conquista del picco Kajmakchalan sul monte Nidze, sulla strada per la città di Bitola (Monastir), un altro ostacolo per gli eserciti alleati erano i massicci montuosi vicino ai villaggi di Kremenica, Bach , Dobroveni e Skochivir. Dopo la conquista di Bitola nel novembre 1916 e l'inizio dell'inverno, l'offensiva fu interrotta e si formò una linea del fronte, che per un periodo dei due anni successivi fu per lo più statica fino allo sfondamento il 15 settembre 1918.
Uno dei punti strategici della prima linea era Quota 1050 (Kota 1050) nei pressi del villaggio di Meglenci, che fu conquistata dagli eserciti alleati durante l'offensiva nell'autunno del 1916, solo per essere riconquistata dagli eserciti delle potenze centrali durante il contrattacco nella primavera del 1917. In un tentativo fallito di riprendere Quota 1050 da parte delle truppe alleate nel maggio 1917, un gran numero di soldati perse la vita da entrambe le parti (italiano, francese e russo dalla parte dell'Intesa e bulgaro-tedesco dalla parte delle potenze centrali).
Il tour di un giorno in jeep safari parte dalla città di Bitola e attraversa i villaggi Kremenica, Bach, Dobroveni e Skocivir. Nonostante la loro minore importanza durante l'offensiva del 1916, questi villaggi sono interessanti come importanti sedi logistiche per gli eserciti alleati durante la guerra. Per la vicinanza alla linea del fronte e alla ferrovia Florina - Bitola, questi borghi furono particolarmente importanti per gli eserciti alleati. Di qui passava una ferrovia a scartamento ridotto che raggiungeva il villaggio di Skochivir, da dove, con l'aiuto di una funivia, veicoli e soldati, i rifornimenti venivano portati in prima linea. Vicino al villaggio di Bach c'era un aeroporto, dove dal 13 agosto 1918 fino alla fine della guerra stazionava la terza squadra italiana. Nella zona dei villaggi Skochivir e Dobroveni si trovavano gli ospedali degli eserciti alleati. Parte della popolazione locale fu impegnata nella costruzione della strada detta "francese", utilizzata ancora oggi e che percorreremo durante il nostro giro. La strada sterrata è percorribile solo per i fuoristrada e passa vicino ai villaggi di Skocivir, Polog, Iveni, Grumazi, Paralovo e Oreovo, luoghi che ancora oggi sono testimoni degli eventi che qui ebbero luogo più di 100 anni fa.
Nei pressi del paese di Meglenci, il gruppo avrà l'opportunità di visitare interessanti bunker nei pressi di Quota 1050 e sul posto potrà comprendere l'importanza di questa posizione strategica.
La prossima destinazione sarà la regione di Mariovo, dove hanno avuto luogo alcune delle battaglie più importanti e dove è stata spezzata la linea del fronte. Il villaggio di Zovich a quel tempo si trovava dall'altra parte della linea del fronte e qui i visitatori avranno l'opportunità di conoscere la vita e le sfide della popolazione locale, durante e dopo la prima guerra mondiale. A causa delle ostilità, delle malattie infettive e di altri fattori legati alla guerra, si stima che il 50-70% della popolazione locale di Mariovo non sia sopravvissuta alla prima guerra mondiale.
Il programma del tour in jeep safari sarà il seguente
• Ore 9.00 partenza da Bitola
• Visita i villaggi di Kremenica, Bach, Brod, Dobroveni e Skocivir per brevi soste nei luoghi legati alla prima guerra mondiale
• Giro in jeep safari vicino ai villaggi di Polog, Iveni, Grumazi, Paralovo e Orehovo con piccole soste in località legate alla prima guerra mondiale
• Visita a trincee e bunker nei pressi del paese di Meglenci e Quota 1050
• Visita alla regione di Mariovo
• Pranzo tradizionale nel villaggio di Zovich
• 16-17.00 - Fine del tour e arrivo a Bitola
Pomeriggio libero, cena in ristorante e pernottamento.
Colazione in hotel e partenza con il nostro bus per rientrare in Grecia. Attraversati i confini alla frontiera di Evzoni, raggiungiamo il piccolo paese monatno di Skra, teatro tra il 29 ed il 30 maggio 1918 di una importante battaglia che segnò la prima operazione su vasta scala condotta da truppe greche lungo il Fronte Macedone e che ebbe come conseguenza la cattura da parte greca di una posizione bulgara pesantemente fortificata. Vi vennero impegnate tre divisioni elleniche (la divisione Cretese, quella dell’ Arcipelago e quella di Serres) assieme ad una brigata francese. Qui un esperto locale ci guiderà nel Museo dedicato alla battaglia e ci illustrerà le fasi della battaglia. Pranzo libero a Skra e trasferimento a Goumenissa. Importante centro nelle immediate retrovie del Fronte Macedone (vedremo nella piazza principale la Fontana Francese, costruita in città assieme ad un ospedale e ad una centrale energetica da una unità francese che aveva il suo accampamento nei pressi di Goumenissa) oggi è conosciuta per i suoi vini DOC. Visita ad una azienda agricola locale dove assaggiamo alcuni dei vini migliori locali, tra cui lo Xinomavro, fiore all’ occhiello della viticultura della Grecia settentrionale. Trasferimento a Salonicco, sistemazione in hotel e cena in ristorante nella stupenda cornice del quartiere storico di Ladadika, una delle poche zone della città risparmiate dal devastante incendio che distrusse Salonicco nell’ agosto del 1917 e che conserva ancora l’ architettura originale dell’ epoca. Pernottamento.
Colazione in hotel. Dopo un giro orientativo della città, durante il quale avremo l’ opportunità di ammirare alcuni dei simboli di Salonicco come la Torre Bianca, la Rotonda, l’ Arco di Galerio, la Cattedrale di San Demetrio e la fortezza dell’ Eptapyrgio (dal punto panoramico di Ano Poli si gode di una vista spettacolare!), raggiungiamo il Cimitero dello Zeitenlik. Qui, dove all’ epoca della guerra si trovavano gli accampamenti degli eserciti dell’ Intesa, oggi riposano, divisi in settori nazionali, circa 20.000 caduti tra italiani, francesi, serbi, britannici, greci, russi e prigionieri di guerra bulgari. Le tombe dei nostri connazionali sono 3.040, quasi tutti appartenenti alla 35ª divisione ed una buona parte caduti durante il tentativo di riconquista di Quota 1050 nel maggio del 1917 o per le ferite riportate nella stessa battaglia. Dopo un dovuto saluto a questi caduti oltre mare, trasferimento in centro e tempo libero prima del trasferimento in aeroporto per il rientro in Italia.