La Tracia è forse la più sconosciuta regione greca per il turista medio. Come tutte le estreme provincie al confine di mondi diversi, non è un posto dove si passa per caso. Bisogna volerci andare per conoscerla. Non è sempre stato così. Innanzitutto la Tracia greca è solo una piccola porzione dell’ antica Tracia, un’ area che si estendeva dall’ Egeo, i Rodopi, il Nestos e l’ Evros, dall’Ellesponto ed il Bosforo a sud fino all’ Istros (Danubio) a nord e dalle coste del Mar Nero ad est fino all’ odierna Macedonia del Nord. Terra ricca e fertile la Tracia, dove la vegetazione, i boschi, i fiumi e le abbondanti acque favorirono la presenza dell’uomo nell’area sin dal Paleolitico. Terra dove si stabilirono, arrivando dal nord e dal centro Europa, i traci, popolazione di origine indoeuropea che a partire dal VII secolo a.C. instaurarono forti legami commerciali e culturali con i greci che avevano colonizzato le coste dell’ Egeo. Terra allora al centro di un mondo, non estrema provincia. Terra a cavallo di due continenti dove le grandi strade che attraversavano le sue pianure e montagne ne determinarono il lungo corso storico.
Divenuta provincia romana nel 46 d.C., quando Claudio era imperatore, la Tracia vide un forte sviluppo urbanistico durante il governo di Traiano, quando sorsero città importanti come Traianoupolis, Plotinopolis, Augusta e altre. Adriano in seguito fondò Edirne alla confluenza di tre fiumi, l’Evros, il Tonzos e l’Ardas. Sorsero grandi centri, ma la ricchezza della Tracia continuò a risiedere in campagna, nei campi, nelle pianure e sulle colline che ancora oggi caratterizzano il paesaggio della Tracia greca. Molte di queste colline sono artificiali, alcune coniche, altre emisferiche. Piccoli e grandi tumuli funerari dell’antica Tracia si ergono da secoli nel poliedrico rilievo del paesaggio tracio, contribuendo in maniera determinante, con la loro varietà di altezza e forma, all’ armoniosa composizione naturale delle formazioni del suolo.
Le tombe, grandi monumenti funerari, vennero costruite in luoghi prominenti, su alture naturali o in zone libere di pianura, per essere visibili da lontano a tutti coloro che attraversavano le piccole e grandi strade del territorio. I tumuli più antichi risalgono all’età del bronzo e la tradizione di costruirli è continuata negli anni storici, sia tra gli abitanti delle città costiere greche che tra abitanti dell’entroterra.In epoca romana, soprattutto nei primi due secoli post-cristiani, l’usanza di costruire tumuli era molto diffusa nella regione. I tumuli coprivano vari tipi di tombe. Nella maggior parte delle tombe scavate nell’area settentrionale della provincia dell’ Evros e risalenti all’epoca romana, i defunti erano stati cremati.
La maggior parte delle tombe della Tracia greca sono concentrate nella parte settentrionale della provincia dell’ Evros e principalmente nelle zone di Orestiada e Trigono. In grandi fosse che venivano aperte nel terreno venivano raccolte cataste di legna e su queste venivano posti letti di legno con il corpo del defunto. Nel fuoco venivano gettati piccoli animali, come maialini o uccelli, e frutta come noci, mandorle o pigne. Quando il fuoco si spegneva, venivano deposti intorno al defunto i suoi effetti personali, armi, gioielli, oltre a vasi pieni di offerte (latte, acqua, vino, miele o cibo). Quindi le fosse venivano coperte di terra e veniva creato sopra di loro un tumulo artificiale, spesso molto grande. Spesso i membri della stessa famiglia venivano sepolti nello stesso tumulo, che gradualmente cresceva di dimensioni, fino a coprire nuove sepolture. Sappiamo inoltre che spesso le famiglie di proprietari terrieri che possedevano grandi fattorie sceglievano di essere sepolte nei possedimenti di famiglia piuttosto che in cimiteri organizzati.
All’inizio del II sec. d.C. quattro membri di una ricca famiglia di proprietari terrieri, morti in momenti diversi, furono cremati e sepolti nello stesso punto, vicino alla strada che porta da Edirne a Plovdiv. Nello stesso luogo fu progressivamente costruito un grande tumulo, in modo da mantenere viva nei secoli la memoria dei defunti.
L’area oggi appartiene al Comune di Kyprinos e si trova vicino ai villaggi di Mikri Doxipara, Zoni e Helidona. Uno scavo del tumulo ha individuato quattro grandi fosse contenenti i resti delle cremazioni di tre uomini e una donna, insieme a numerosi oggetti che li hanno accompagnati nell’altro mondo, come vasi di terracotta, vetro e rame, lampade e lucerne di bronzo, lanterne di bronzo e scatole ecc. Le cinque carrozze con cui i morti vennero trasportati nell’area del tumulo, furono seppellite nella stessa zona, assieme con i loro finimenti. Accanto a loro furono sepolti anche cinque cavalli. Di tutte le carrozze si conservano gli elementi funzionali e decorativi metallici, mentre di due di esse si conservano le impronte delle loro parti lignee.
Il cavallo, animale forte e fiero, divenne da subito un compagno costante dell’uomo in guerra, nei trasporti, nell’agricoltura, nella caccia e nello sport. Le doti naturali del cavallo e l’aiuto pratico che offriva agli uomini, gli assicurarono un posto stabile nella mitologia, nella religione e nell’arte del mondo greco-romano.
I grandi cavalli bianchi come la neve del mitico re di Tracia, Riso, ci sono noti da Omero, che chiama i Traci “Ippopoli”. Il cavallo era raffigurato sulle monete delle città greche della costa della Tracia, ma anche sulle monete delle dinastie dei Traci.
Un cavallo accompagnava anche l’eroe-cavaliere, una delle divinità più amate del periodo romano nella la regione della Tracia. È anche noto che la Tracia fornì all’esercito romano sia cavalieri che cavalli.
L’usanza di seppellire i cavalli accanto ai loro proprietari è stata ritrovata altre due volte negli scavi di tumuli funerari del periodo imperiale nell’area dell’Evros settentrionale.
Il sito del tumuolo di Mikri Doxipara è al momento chiuso, in attesa che si concludano gli scavi, ma tra qualche anno rappresenterà un importantissimo polo di attrazione turistica della zona, assieme ai nuovissimi musei di Didymoteicho e di Alexandroupoli (la cui prossima innaugurazione avverrà il 22 di giugno di quest’anno).
Per informazioni più approfondite, consultate il sito dello scavo alla pagina https://www.mikridoxipara-zoni.gr/
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